RASSEGNA STAMPA

CORRIERE MERCANTILE - Il Viminale «I poliziotti resteranno al loro posto»

Genova, 20 maggio 2010

L'INTERVENTO .:. Il governo "assolve" i funzionari
Il Viminale «I poliziotti resteranno al loro posto»
Il ministro Maroni: «Piena fiducia ai vertici della Ps anche se condannati»

I poliziotti condannati devono restare al loro posto perchè «questi uomini hanno e continuano ad avere la piena fiducia del sistema sicurezza e del ministero dell'Interno». Questo il commento del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, alla sentenza della Corte d'Appello che ha condannato i vertici della polizia per i pestaggi alla scuola Diaz durante ìl G8.
Per il sottosegretario si tratta di «una sentenza che non dice l'ultima parola, in quanto afferma l'esatto contrario di quanto era stato stabilito in primo grado e quindi ora andrà al vaglio della Corte di Cassazione». I funzionari della Polizia di Stato, ha concluso il rappresentante del Viminale «resteranno quindi alloro posto, che non si limitano ad occupare, svolgendo il loro ruolo con grande responsabilità e dedizione, rispetto al quale ci può essere solo gratitudine da parte delle istituzioni. E il ministro dell'Interno Roberto Maroni, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle condanne ha precisato: «L'opinione ufficiale del Viminale è stata già espressa dal sottosegretario Mantovano. La sottoscrivo al 100 per cento, non ho niente da aggiungere se non ribadire la fiducia per le persone che sono state coinvolte e confermare le opinioni espresse e le valutazioni del Viminale».
Sulla sentenza si è pronunciato anche il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri esprimendo «sconcerto e amarezza» aggiungendo: «mi auguro che nei suecessivi gradì di giudizio questo impianto ideologico possa essere cancellato». Gasparri ha parlato anche di «una decisione intrisa di ideologia e che ha prodotto una sentenza che sembra scritta dai no global. Ricordiamo tutti a Genova chi ha alterato le condizioni della democrazia e della legalità e chi ha difeso lo Stato». Anche Pietro Laffranco, vicepresidente del Gruppo Parlamentare del PDL alla Camera dei Deputati ha espresso sconcerto per la sentenza spiegando: «È il triste segnale che dimostra la nascita di una faida interna alla magistratura di chiaro stampo ideologico che vuole a tutti i costi appoggiare la tesi dei no-global per denigrare uomini che quotidìanamente si trovano in prima linea nella difesa dello Stato».
Per Marcello Pera (Pdl), presidente del Senato all'epoca dei fatti «La sentenza d'appello del processo Diaz è una delle pagine più brutte della storia della nostra magistratura». E per Isabella Bertolini «sembra che a Genova più che un sereno processo si sia svolta una sorta di vendetta in nome dei no global consumata nei confronti della polizia e degli stessi magistrati di primo grado. A ben guardare lascia stupefatti la composizione dello stesso collegio giudicante che "casualmente" risulta formato da magistrati di totale ortodossia rossa».
Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha voluto sottolineare che «La sentenza sul processo Diaz fa sua interamente la tesi più estrema dei no-global. Quella notte ci furono indubbiamente errori e valutazioni sbagliate da parte di alcuni settori delle forze dell'ordine, ma non ci fu nè un organico disegno repressivo nè una catena di comando funzionale adesso. Per molti aspetti ci fu esattamente l'opposto: le forze dell'ordine furono prese di sorpresa dalla guerriglia urbana scatenata dai blackblock e da circa 5000 estremisti. La sentenza criminalizza tutto e tutti e fa propria la tesi dei no-global che è totalmente accusatoria nei confronti delle forze dell'ordine e del tutto assolutoria nei confronti di chi provocò danni gravissimi, morali e materiali, alla città di Genova».